lunedì 28 novembre 2011

ACQUA mostra fotografica, Ancona 28 -29 maggio 2010 a cura di Andrea Latini








6 commenti:

  1. H2O
    Ogni paesaggio quando c’è dell’acqua; un fiume, un lago o anche un semplice stagno, diventa più bello. L’acqua è sinonimo di vita, di crescita di fertilità.
    Quel giorno le rane gracidavano placide semi assopite sopra una grande foglia di loto che qualcuno aveva piantato nello stagno formato dal vecchio ramo del fiume.
    Faceva caldo e Accadueò, la molecola, se ne stava calma calma a fianco delle sue consimili. Le pareva di sognare perché si sentiva leggera leggera , cullata dolcemente dal vento caldo che soffiava lento sopra lo specchio argentino. In sogno le pareva di vedere tutto dall’alto: il piccolo stagno, i pioppi ed i salici piangenti al di sopra di esso e, più lontano la strada di terra battuta che , di quando in quando, conduceva dei ragazzini a giocare con le zattere fatte con le canne che crescevano in quelle acque.
    Accadueò vedeva le cose diventare sempre più piccole, le girava la testa..le sembrava di volare!
    Ma non le sembrava soltanto...stava veramente volando!
    “Aiutooooooo!” si mise a gridare e il suo grido attirò at-torno a sé altre migliaia di molecole come lei , e tutte fluttuavano nell’aria.
    “Ma cosa è successo?!”
    “E’ la prima volta che evapori?” Le chiesero le altre molecole. “A noi è capitato tante volte!”
    “Ma non è pericoloso?”
    “No! Non vedi? Siamo tutte qui che ci divertiamo e ci muo-viamo in tutte le direzioni , guarda che bella compagnia!”

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  2. Le raccontarono come la gente stava con il naso all’insù per ore a guardarle; alcuni indovinavano le forme che loro si divertivano ad assumere, altri fantasticavano, altri ancora facevano loro addirittura le foto! “Che belle che siamo! Nuvole, ci chiamano!”
    Accadueò navigò, anzi volò per giorni con loro: volarono su enormi distese di fiori , sopra il mare, un giorno , perfino, passarono vicino ad un temporale che stava terminando e la luce del sole , passando loro vicino , fe-ce loro l’onore di scomporsi in tanti colori “è un segreto!” disse , ma le molecole più anziane sapevano che erano state proprio loro a compiere il miracolo dell’arcobaleno.

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  3. Nel loro svolazzare, sospinte dal vento, passarono sopra una grande città.
    Case d’ovunque, palazzi, ciminiere, fabbriche e tante, tantissime auto.
    Successe una cosa strana: alla compagnia si aggiunsero tante molecole, diverse da loro.
    Sembravano “ragazzi” simpatici, volevano far amicizia con tutte; scherzavano, volevano ballare. “Dai, vieni che ci divertiamo!” disse una di queste ad Accadueò, “Io sono Esseodue, vedrai come ci divertiamo insieme!”
    “Non andare!” le dissero le molecole d’acqua più anziane, “Queste sono cattive compagnie!”
    “Ma sembrano così simpatiche!”
    “Ah sì?”dissero le colleghe anziane“Guarda lì cosa succede!” e le indicarono una scena sinistra.

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  4. Una molecola d’acqua giovane , aveva accettato di “ballare” con Esseodue e, improvvisamente...le due molecole scomparvero e si vide un mostro molto più grosso di prima!
    “Tremate! Accadueesseoquattro sta arrivando!”
    Faceva paura! Tutte le molecole d’acqua rabbrividirono, l’ACIDO SOLFORICO!
    Ma non era solo la paura a farle rabbrividire, faceva freddo! La temperatura si era abbassata e per riscaldarsi un po’ le molecole d’acqua si facevano vicine vicine.
    “Troppo vicine! “Pensò Accadueò e infatti, tutte le molecole sembravano sciogliersi una dentro l’altra, non si muovevano più come prima , adesso sembravano un corpo unico, pesante...cadevano!

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  5. Sempre più velocemente, sempre più giù! Se avesse avuto la pelle Accadueò avrebbe avuto la pelle d’oca, se avesse avuto i capelli le si sarebbero drizzati in capo, se avesse avuto la voce avrebbe urlato!
    Ma la voce l’aveva! “Aiutooooooo!” Urlò di nuovo.
    “Ma cos’hai da urlare, non lo vedi? Ci siamo trasformate in pioggia!
    Finirono per cadere sul naso di una statua che stava sulla facciata di una grande chiesa.
    “Ci schiantreremo!” pensò la nostra molecolina, e invece, con sua gran sorpresa, il naso saltò via come fosse di gesso e, una volta a terra, si squagliava come neve al sole.
    “Ridatemi il mio naso!” urlava silenziosamente la statua e sarebbe andata a riprenderselo se non fosse stata, come tutte le statue, un po’...statica.
    Era successo che , il perfido Accadueesseoquattro era caduto a terra prima di loro, con tutta la sua malvagia compagnia e avevano trasformato il nobile marmo in tenero gesso che, adesso, si scioglieva mestamente nella pozzanghera sul sagrato della chiesa.
    Una formica, che passava per caso attraverso la pozza d’acqua e gesso, tornò al suo formicaio tutta bianca.
    Quanto la invidiarono le colleghe! “Modello di Pierre Formichin” Le disse loro “Ormai il nero non va più di moda! Aggiornatevi ragazze!”
    A poco a poco la polvere di gesso si depositò sul fondo della pozzanghera e un cane al guinzaglio si fermò per berne l’acqua
    La piccola Accadueò, si trovò così nel pancino del cane, che , risalito in auto con i suoi padroni, si trovava adesso a nanna nella cuccia in giardino per passare la notte.
    Nella notte successero strani fenomeni, la nostra molecolina si trovò a girare per mille piccoli tubicini, a mischiarsi con mille e mille materie diverse: conobbe i signori globuli rossi, i signori reni e alla fine la signora vescica dove restò fino al mattino.
    Appena sveglio, infatti, al nostro cagnolino scappò la pipì e, lesto lesto, corse verso l’albero di albicocche che si trovava in giardino per liberarsi del peso.
    Accadueò si trovò prima appicicata alla corteccia dell’albero, poi piano piano scese giù verso la terra e da lì, attraverso le radici filtrò all’interno dell’albero stesso, dopo essere stata “ripulita” dalle scorie prodotte dalla digestione del cagnolino ed essere ritornata una molecolina pulita di acqua.
    Attraverso le radici venne portata su su fino alle foglie e qui fece un’altra conoscenza.
    Dentro alle foglie trovò tanti cloroplasti, piccolissime “palline” dove la clorofilla svolge il suo lavoro: sfruttare la luce del sole come “colla” per molecole. “Attaccando assieme” acqua ed anidride carbonica presente nell’aria, riesce a produrre lo zucchero e a liberare ossigeno pronto per essere respirato.
    Accadueò assieme ad altre sei sue colleghe e a sei particelle di anidride carbonica (ciodue) si trovava ora in una molecola di zucchero all’interno di un’albicocca che, durante l’estate, era maturata al sole ed ora era pronta per essere mangiata.
    Da chi? Ma da Filippo naturalmente!
    Filippo aveva mangiato l’albicocca dopo pranzo ( la frutta fa bene! ) e ora, mentre il suo organismo digeriva, si era seduto alla sua scrivania per fare i compiti. Accadueò aveva ripreso a fare viaggi tra membrane e tubicini e ormai era in vista del cervello del nostro “eroe” giusto in tempo per assistere alla formazione di un pensiero; il pensiero diceva più o meno così” : “ La maestra ci ha dato un tema sull’acqua! Ma cosa vuoi mai che ci sia da dire di così importante sull’acqua!?”

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  6. GRAZIE FRANCO....
    un gran regalo e un onore per me avere un pezzo tratto dal tuo libro "TUTTI I GATTI PARLANO DI GIOVEDI'"

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