venerdì 30 dicembre 2011

IL GIORNO DI CAPODANNO






Il primo giorno dell'anno
Lo distinguiamo dagli altri
come
se fosse
un cavallino
diverso da tutti
i cavalli.
Gli adorniamo
la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore
che scende da una stella.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell'ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo.

Pablo Neruda

martedì 27 dicembre 2011

INVERNO VENEZIANO


......Così a Venezia le stagioni delirano.

Pei suoi campi di marmo e i suoi canali
non son che luci smarrite,
luci che sognano la buona terra
odorosa e fruttifera.
Solo il naufragio invernale conviene
a questa città che non vive,
che non fiorisce,
se non quale una nave in fondo al mare.

Vincenzo Cardarell

domenica 25 dicembre 2011

IL PIANISTA

‎..ma come avrà fatto il pianista a portarsi dietro il pianoforte ...e come riusciva a suonare alle 8 e mezza di mattina davanti alla stazione, con quel freddo?
Una signora scuote la testa - Mi sembra il pianista del Titanic mentre affonda....-
E invece a me dava speranza, quella che le cose belle , come il piacere di suonare ed ascoltare un talento vanno oltre, oltre il freddo e un paese che vacilla, si piega, ma non si spezza.
Buon Natale

lunedì 19 dicembre 2011

BLU






I see the world
when I close my eyes
when I listen in the blue.
I hear a voice which has lived
in the blue so long that it contains
all memories, all mistakes, all fantasies.
A voice in zero, where it’s quiet
so quiet that I can hear all names
in one name, where the blue flame licks
this name to a burning whisper,
the voice that lifts you from inside
takes you out to sea
where a thunderstorm is building
and brings you back over the still water,
the voice that goes
where nobody else dares.
That voice burns in me,
in the blue.

NEL BLU

Vedo il mondo
quando chiudo gli occhi
quando ascolto il blu.
Sento una voce che ha vissuto
nel blu tanto a lungo da contenere
ogni errore, ogni memoria e fantasia.
Una voce ridotta a nulla
così lieve che posso udire ogni nome
in un unico nome, dove la fiamma blu sfiora
questo nome trasformandolo in un sussurro che brucia,
la voce che ti sale dal di dentro
e ti porta al mare
dove una bufera cresce
e ti riconduce all’indietro sull’acqua calma,
la voce che va
dove nessun altro osa.
Quella voce mi arde dentro
nel blu.




domenica 18 dicembre 2011

LA LIBRERIA DI LAVINIA




"LA LIBERTA’ INTERIORE è la libertà di piacersi, prima che di piacere, di smetterla di compiacere gli altri sacrificando parti importanti si se stessi,di dare senza pensare di ricevere,di scegliere di amare qualcuno anche per una sola ora. La libertà di non dover concigliare, mediare, essere diplomatici tra la propria visione delle cose e quella diversa degli altri. La libertà di assaporare tutto della vita in maniera lenta e con gusto. La libertà di non smettere mai di sognare.
La libertà di rimanere in silenzio a leggere.”

Lavinia aveva scritto in rosso questo suo personale concetto a caratteri cubitali sul soffitto bianco della sua “ creazione”, la libreria-caffetteria. Era una donna che si sapeva mimetizzare bene, aveva gli occhi azzurri e capelli castani cortissimi, era di una bellezza che poche portano con così tanta disinvoltura, come solo le nobildonne d’altri tempi sapevano gestire.

La libreria di Lavinia era un luogo speciale, un brandello di tempo per certi versi immobile e per altri in continuo movimento. In movimento verso le persone.
Non era come quelle grandi librerie fast-food, quelle dove la gente entra e “consuma”, l’ultima novità, il libro più pubblicizzato, o quello da cui hanno tratto l’ultimo grandioso film, oppure quello coloratissimo che riempie tutta la vetrina , con decine di copie disposte ad arte secondo il merchandising dettato dai soldi di chi lo sta lanciando…
Non era come uno di quei luoghi pieni di luci, scaffali ordinatissimi, disposti per genere ed età del consumatore, con la musica giusta in sottofondo, volutamente stile supermercato, con tanto di commesse che di libri non ne capiscono nulla, perfettamente truccate e perfettamente inguainate nelle loro divise di giovani donne-veline alla moda delle belle statuine, capaci di raccontare solo del luogo più trendy dove passeranno il sabato sera, alla collega e a tutti i clienti in coda alla cassa.
La libreria di Lavinia era la SUA libreria… suo era ogni scaffale, magari un po’ in disordine perché non riusciva a trovare mai il tempo perché tutto fosse perfetto. SUO era ogni libro, di cui conosceva la storia, l’autore, il percorso esatto che aveva fatto prima di posarsi sul suo bancone ed essere catalogato e disposto con cura laddove i suoi ospiti, quelli che in qualunque altro posto si chiamerebbero “ i clienti”, lo troveranno, dopo che lei in persona lo avrà consigliato secondo i gusti e la personalità di colui a cui è diretto.
Suo era lo “spirito della libraia”, ereditato, trasmesso come un DNA, passato da due occhi ad altri due,da una mano ad un’altra, da un cuore ad un altro…lo spirito del suo vecchio amico Gianni, libraio storico della città, che aveva passato già cinquant’anni in quel luogo incantato quando una Lavinia di anni sette varcò la soglia e s’innamorò del mondo della carta, dell’alchimia tra parole scritte e figure, e delle storie raccontate quasi sottovoce da quell’omone con la barba che le aveva aperto la porta del Paradiso dei Libri. Da quel giorno speciale Lavinia aveva passato ogni pomeriggio di tutta la sua infanzia prima ed adolescenza poi, imparando goccia a goccia l’arte, o meglio “il mestiere”,come all’apprendista piano piano s’incarna la maestria di un rito, consacrando la passione innata che si “sente” ma non s’impara, per un lavoro compagno di vita, l’Artigiano.
E come il falegname parla del suo mobile, costruito passo passo, levigato,profumato di cera, o come la sarta racconta dell’abito sul manichino, pronto per esser consegnato, dopo che da lei stessa è stato tagliato e cucito, coccolato con le mani e il ferro da stiro. Così Lavinia, la libraia-artigiana amava ognuno di quegli oggetti che,anche se non erano stati costruiti da lei, da lei erano stati cercati, inseguiti presso i distributori, ordinati, attesi, letti tutti d’un fiato...e quando erano davvero speciali ne aveva cercato l’autore e lo aveva presentato alla città nella sua piccola libreria, perché ogni libro possiede un’anima… quella di chi lo scrive. E infine li lasciava andare solo se in mani sicure, come si affida una persona cara a chi si è certi la capirà.

NATALE 2011

...Dici bene, malinconia.
Quella di vedere luminarie spente specchiarsi in una pozzanghera quando manca poco a Natale.
Quella di vedere tante cose tingersi di falso solo perchè il calendario corre e tra poco scatterà l'ora X.
Quella di vedere le emozioni vere denigrate e buttate via.


venerdì 16 dicembre 2011

LE PERSONE PIU' BELLE CHE HO CONOSCIUTO

LE PERSONE PIU' BELLE CHE HO CONOSCIUTO...
‎sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza
lo sforzo, la perdita
e hanno trovato la loro via per uscire dal buio.
Queste persone hanno una stima, una sensibilità
e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza
e un interesse di profondo amore.
Le persone belle non capitano semplicemente...
si sono formate
(E. K. Ross)


martedì 13 dicembre 2011

AMICHE



Il lento
inesorabile
fuggire via
...
...
Ti rimane
poco,
un bicchiere
di vino
e tutte quelle
emozioni
che non riuscivi a dire.

M. Fornaro

lunedì 12 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

SCRITTURA




TU, CHE NON PRETENDI L'ESCLUSIVA DEI MIEI SENTIMENTI.
TU, CHE MI ACCETTI PER QUELLO CHE SONO
MUSONE
IRRAZIONALE
BURBERO
E PERFINO BAMBINO.
TU, CHE INTERCETTI I MIEI SGUARDI
E LE MIE RIFLESSIONI.
TU, CHE MI ACCOMPAGNI
DA SEMPRE
TRA LACRIME E SORRISI.

DOLCE SIGNORA,
SEI L'UNICA DONNA CHE NON HO MAI ABBANDONATO

Mauro Fornaro



per quella che sono io , aggiungerei anche la musica... e la fotografia...

giovedì 8 dicembre 2011

VIAGGIO

.IL VIAGGIO NON SOLO ALLARGA LA MENTE: LE DA' FORMA.

Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza, 1997












IL SOGNO





sognare è come vivere due volte nello stesso istante, ci sei tu e "tu"...ed il tuo mondo

mercoledì 7 dicembre 2011

LE MIE PORTE DI ROMA



SOLO A ROMA CI SI PUO' PREPARARE A COMPRENDERE ROMA

Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1815/17









lunedì 5 dicembre 2011

IL MAESTRO

IL MAESTRO E' COLUI CHE TI FA APRIRE GLI OCCHI SU QUALCOSA CHE AVEVI GIA' DENTRO, UNA GUIDA CHE CHE TI DICE QUELLO CHE AVEVI BISOGNO DI SENTIRTI DIRE


Una moto è fatta per correre, e non per restare in garage, per accenderla e sentirne il rumore ogni tanto...ama te stesso, perchè te stesso è colui che è in grado di stupirti.

BARCHE

DIPINTO - Clarissa Catti
....le barche che dormono
salgono e scendono la riva
legate alle corde
unendole al mondo terreno....





ALLA VITA - Mario Luzi

... ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare...

domenica 4 dicembre 2011

DANZA LENTA

Hai mai guardato i bambini in un girotondo ? O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra? O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla ? O osservato il sole allo svanire della notte? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà. Percorri ogni giorno in volo ? Quando dici "Come stai?" ascolti la risposta? Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa ? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce Il tempo è breve. La musica non durerà. Hai mai detto a tuo figlio, "lo faremo domani?" senza notare nella fretta, il suo dispiacere ? Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao" ? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce Il tempo è breve. La musica non durerà. Quando corri cosi veloce per giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci. Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, come un regalo mai aperto . . . gettato via. La vita non è una corsa. Prendila piano. Ascolta la musica

PAROLE COME ALI

....E HO MESSO LE PAROLE AD ASCIUGARE AL SOLE

venerdì 2 dicembre 2011

IL MIO NIENTE... OMBRE E RIFLESSI

IL MIO NIENTE

Nel mio niente
c'è la mia ricchezza,
che nel dire sapiente s'umilia,
e più forbita è la parola,
più il mio capo l'altezza a lei non tiene,
e nella mia miseria
continuo a camminare.

Vorrei omaggiarti di ricchezze ambite,
ma nel mio esser piccolo io mi perdo,
e nel mio poco
vorrei frazionar le parti
per tutti, per esser dono.

Ma null'altro ho che i miei versi
per alleviarti il cuore,
e forse non vorrei aver nulla di più
per me stesso.

Solo il mio niente
io posso offrire,
e semmai non basterà
per il ricco ed il sapiente,
con la mia penna,
che come spiga,
di frutti riempie il mio granaio,
sfarinerò quei semi
ai bambini e a poveri
e col mio niente
impasterò quel pane
che mai poco sarà,
per chi nel poco
di ricchezza si sfamerà .

Michela Barba



ATTRAVERSARE I MURI

Il primo muro che si fà,
si fà coi sassi
dei campi dissodati e corre a lato
di sentieri scoscesi
o circonda gli ulivi abbarbicati
su prode inclini.
Muri di pietre a secco,
di campagna
e tratturi nell'erba a seguitare.
Muri per ogni vita,
muri di pietra e d'aria.
Un muro rosa intonacato
colore d'ansia
come la luce fioca della sera.
Muro di case,
guscio che patisce
e s'imbeve ogni giorno
di lacrime e sorrisi.
Muro a ponente a cogliere tramonti,
con gli scuri accostati
come palpebre chiuse.
Muro-mistero.
Dietro ogni muro
l'ombra di un segreto
che da sempre ignoro.

,

giovedì 1 dicembre 2011

SEDIE



LE SEDIE DORMONO IN PIEDI

Le sedie dormono in piedi
anche il tavolo
il tappeto sdraiato sul dorso
ha chiuso gli arabeschi
lo specchio dorme
gli occhi delle finestre sono chiusi


il balcone dorme
con le gambe penzolanti nel vuoto
i camini sul tetto dirimpetto dormono
sui marciapiedi dormono le acacie
la nuvola dorme
stringendosi al petto una stella
in casa fuori di casa dorme la luce

Nazim Hikmet