sabato 30 agosto 2014
CASTELLO TESINO, VISIONI DI PADRE IN FIGLIA
mostra
Castello Tesino (TN) 27 luglio-10 agosto 2014
Una lunga e profonda amicizia mi lega ad Anna. Fin dai tempi del liceo ogni volta che andavo a Casa Molin era uno spasso, una scoperta, un arricchimento. Appena varcavo la soglia venivo accolta dalla musica: soavi melodie provenienti dagli strumenti suonati dal Maestro Adriano (papà di Anna) o dalle sue sperimentazioni acustiche.
E poi c’erano i quadri, i mosaici di conchiglie e… le fotografie sviluppate in quel luogo magico che era il mitico “sgabuzzino”!
Questo per dirvi che sono una testimone oculare: Anna adolescente, vive in una fucina d’arte e creatività, segue le orme del padre e inizia a fotografare, tutto, proprio tutto!
Fin dai primi scatti Anna rincorre la luce, insegue i colori e li fissa, nell’attimo in cui essi rendono il particolare una visione unica e irripetibile. Il colore appartiene ad Anna, semplicemente fa parte del suo patrimonio genetico; i suoi occhi di bambina si sono inebriati della vividezza dei colori di Burano (un’isola che le è molto familiare) e da sempre lì cerca e li scova nelle sue “visioni” di Venezia.
Oggi con sorpresa e stupore ammiro le visioni di un altro luogo del cuore di Annamaria, di Adriano e di tutta la famiglia Molin: Castello Tesino.
Gli scatti, anzi gli sguardi personali si Anna confermano il suo rapporto viscerale con il colore, che riesce a catturare, rimanipolandolo utilizzando un impercettibile retouchée, per restituirci una visione enigmatica, talvolta segreta, talvolta privata, comunque iperrealista.
Adriano, invece, con grande maestria e tecnica, guidato dal suo istinto di sperimentatore riesce a selezionare la varietà dei materiali che la rigogliosa natura del Tesino gli offre e li fa vivere in una simbiosi unica.
Le sue visioni ci trasmettono l’afflato del suo animo sensibile che si manifesta nel suo gesto creativo.
Adriano con grande rispetto fissa l’attimo: estate dopo estate, anno dopo anno… di luogo in luogo.
Ho riscontrato nel suo realismo di paesaggio i tratti cromatici e le scene di vita quotidiana dei pittori della Scuola di Barbizon, e un richiamo all’interpretazione della natura e delle cattedrali di Camille Corot. Anche nelle opere di Adriano l’associazione del paesaggio allo stato d’animo non persegue una sorta di idealizzazione o di elevazione della natura ma la ricerca dell’autenticità e l’ispirazione sincera!
Il mio auspicio, il mio augurio è che la testimonianza storica dell’evoluzione di questi luoghi continui… a lungo, con le nuove Visioni di padre in figlia.
Daniela Rossi
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